POZZOLO FORMIGARO
Situato all’interno del triangolo industriale Novi Alessandria Tortona, Pozzolo Formigaro è un tranquillo paese adagiato su una zona pianeggiante denominata frascheta.
E solcato ai suoi confini verso Villalvernia dal torrente Scrivia affluente del Po.
In questa pianura antichissima sorse in prossimità del Pozzo della Borlasca una curtis campestre.
Il territorio era in epoca romana delimitato da due importanti strade consolari consolari romane che si dipartivano da Tortona a levante la via Postumia detta anche stradone dell’imperatore; a ponente la via Emilia-Scauri più comunemente conosciuta come via levata.
COME RAGGIUNGERE POZZOLO
Il Comune è raggiungibile percorrendo la ex strada statale 35 bis dei Giovi da Alessandria in direzione Novi Ligure Serravalle Scrivia Genova oppure da Tortona seguendo le indicazioni per Novi Ligure.
La bretella autostradale che congiunge la A26 con la A7 attraversa una parte del territorio comunale e l’uscita di Novi Ligure permette di raggiungere il comune di Pozzolo in pochissimi minuti.
Chi percorre l’autostrada A21 da Torino in direzione Piacenza Brescia può servirsi comodamente dell’uscita di Alessandria est e seguire le indicazioni per Genova ricongiungendosi sulla ex strada statale 35 bis dei Giovi.
Questa alternativa inoltre permette di non attraversare il centro abitato.
CENNI STORICI
Velata di mistero è anche l’epoca nella quale sorse effettivamente Pozzolo Formigaro.
Per quel che ne sappiamo l’origine prima delle nostre popolazioni è Ligure e successivamente si pensa che il borgo si sia ingrandito ai tempi dei Carolingi e dei Longobardi.
Col crescere delle nuove comunità troviamo Pozzolo Formigaro nominato nei primi documenti storici risalenti al periodo dell’Imperatore Ottone.
Il Borgo passo sotto domini differenti, si arriva ai primi decenni del secolo XV, periodo nel quale il paese seguendo le stesse sorti di Tortona, divenne un feudo della Signoria Milanese dei Visconti.
Al termine della signoria dei Visconti i milanesi proclamarono La Repubblica Ambrosiana e chiameranno il capitano Francesco Sforza a difenderla. Nel frattempo, nell’alessandrino, Il Marchese del Monferrato conduceva azioni di disturbo sui confini del ducato milanese e armava nuove schede per conquistare Alessandria. Francesco Sforza essendo malsicura la situazione di queste zone inviò una compagnia di ventura capeggiata dal abile maestro d’armi Bartolomeo Colleoni, con l’ordine di riconquistare tutti i castelli perduti nell’alessandrino e nel tortonese. E quindi anche quello di Pozzolo; Il Colleoni decise di sottomettere il castello poiché dalla sua conquista dipendeva il ristabilimento dell’autorità Ducale su tutto il territorio verso il Genovesato.
Ritornato sotto il dominio del Ducato di Milano venne definitivamente venduto a Domenico Sauli, patrizio genovese.
La signoria Sauli terminò con la morte di Sforza Francesco Sauli 1716. Il feudo passò poi nelle mani della vedova Maria Brigida Moneglia la quale successivamente lo lascio in eredità al nipote Giovanni Scaglia.
I Pozzolesi vennero a trovarsi in cattive condizioni poiché, mentre tutti si affannavano a dimostrare presso le altre corti di giustizia i loro diritti sulla successione feudale, nessuno, compresi i tribunali, si prendevano cura di amministrare il feudo e gli interessi del popolo, Per cui fra la popolazione sorsero frodatori e uomini di malaffare a disturbare la vita del paese.
Con la morte di Giovanni Francesco Scaglia, ogni sua eredità passo, grazie ad un matrimonio, alla famiglia genovese dei Morando (1798).
Nel 1800 dopo la Battaglia di Marengo, il Piemonte venne a far parte dell’Impero Napoleonico, periodo non certo facile per i pozzolese perché mal governati.
Dopo il congresso di Vienna, il Piemonte ritorno sotto Casa Savoia.
IL CASTELLO
CENNI STORICI
Il castello di Pozzolo Formigaro ha origini molto antiche. Nel 1092 Tortonesi, per difendersi dagli attacchi dei marchesi del Bosco, edificarono sulla sommità della terrazza alluvionale il castrum, una torre fortificata è circondata da un fossato.
LA STRUTTURA DEL CASTELLO
L’intera fortificazione, di pianta quadrangolare, può essere divisa in 4 parti: una torre merlata di epoca sforzesca, il mastio sforzesco con il torrione, il palazzotto visconteo e l’ala ovest costruita dalla famiglia Sauli.
La torre situata a ovest risale l 1452 si capisce che è contemporanea al mastio grazie all’analisi del mattini uguali per forma e colore.
Il MASTIO era situato all’interno delle mura e accessibile solo tramite una passerella, che venne in seguito sostituita da un corridoio di disimpegno.
Al mastio è addossato un TORRIONE che, per la sua imponenza, costituiva il fulcro del sistema difensivo.
La rocca fu munita di un ponte levatoio e di un passaggio pedonale, mentre ancora visibile la grata a difesa della porta carraia che è dotata, in mezzo alla volta, di una botola che poteva fungere come accesso al piano superiore o come trabocchetto.
Tutto ciò rendeva il mastio solito e difficile da espugnare.
Il PALAZZOTTO, sulla facciata esterna, è provvisto di merlature e una fascia a denti di sega.
Al primo piano sedeva il feudatario, mentre il pian terreno era riservato alle guardie.
Sulla lunetta della porta che da sul cortile interno possiamo notare un’aquila, simbolo della famiglia Sauli.
Le cantine sono presenti nella parte più antica della fortezza: dalla prima sala sotterranea, identificata come una stalla, si accede a una sala più piccola con il soffitto a botte, dove si trova l’accesso ad una galleria, utilizzata in passato come via di fuga.In uno spazio delle cantine è stata posta una tomba romana ritrovata in località Zinzini .
L’ala ovest è opera della ricostruzione operata dai Sauli , quando vennero divennero i nuovi proprietari del castello . Tale costruzione si sviluppò su due piani che furono adossati al muro dell’originaria fortificazione del Borgo .
Sulla facciata del MASTIO si trova in una nicchia la scultura che rappresenta la Madonna con il braccio Gesù Bambino, eseguita da una bottega ligure verso la fine del ‘600.
La statua presenta i virtuosismi caratteristici dello stile barocco è da notare la morbidezza con cui sono stati eseguiti i panneggi, le mani e il volto della vergine e la grande abilità nel rappresentare il bambino. Il recupero di questa scultura è stato possibile grazie al restauro condotto da Axel Nielsen.
CHIESA DI SAN MARTINO
STORIA
La primitiva chiesa di San Martino è, per fondazione, prossima all’anno mille e la sua nascita si può collegare ai primi momenti di vita del Borgo.
L’edificio era situato fuori dalle mura del castello e doveva servire anche da ricovero per i pellegrini.
Negli anni successivi il nostro Borgo si ingrandisce e San Martino viene a trovarsi entro le mura con la facciata volta verso il castello, come risulta per certo da un documento datato 1579.
Nel 1904 però iniziarono i lavori di demolizione del vecchio tempio che portarono alla realizzazione dell’attuale edificio costruito in stile bizantino.
LA CHIESA DI SAN MARTINO OGGI
Oggi la facciata neo romanica in mattoni scoperti è a salienti.
Le due navate laterali presentano ci su una successione di cinque cappelle affrescate.
Il catino absidale sono stati dipinti momenti di vita di San Martino.
Nella terza Cappella di sinistra sono conservate due tele settecentesche, rappresentate provenienti dal oratorio dei Rossi, rappresentanti l’una Il martirio di San Bartolomeo e l’altra una Madonna con Bambino.
Nella quarta cappella dedicata alla Madonna Addolorata sono visibili altre due pregevoli pitture su legno settecentesca proveniente dallo stesso oratorio.
È visibile Inoltre la statua della Madonna Addolorata recentemente restaurata.
CHIESA DI SAN NICOLÒ
STORIA
Della chiesa di San Nicolò non si hanno notizie dettagliate e approfondite, ma probabilmente esisteva già alla fine del XIII secolo, anche se la prima notizia certa della sua esistenza risale all’anno 1523. L’edificio ha subito numerosi cambiamenti nel corso della sua esistenza. Nel 1725 La chiesa è nuovamente ricostruita.
LA CHIESA DI SAN NICOLÒ OGGI
Oggi la facciata della chiesa si presenta rivestita di travertino, ai lati del portale due affreschi che raffigurano San Nicolò e San Marziano.
All’interno l’edificio ad una sola navata è affrescato.
Da ammirare due teli di pregio una rappresentante Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto fra San Vincenzo Ferrari e Maria di Magdala.
Nella sede la seconda tela raffigura invece San Nicolò il Gloria.
Nella chiesa si conserva un calice di argento fuso proveniente dal Priorato di San Marziano, calice che alcuni data lo al 1700.
CHIESA DELLE GHIARE
STORIA
La chiesa di Nostra Signora delle Ghiare di San Sebastiano (patrono di Pozzolo Formigaro) è sicuramente la più antica del paese.
A seguito della fondazione dell’Abbazia circense di Rivalta Scrivia (1151), la suddetta chiesa campestre viene ampliata e adibita a piccolo centro monastico delle monache umiliate di Santa Marzia di Sezzadio e prese il nome di Santa Maria in Vallis Clarae.
Le religiose rimasero a Pozzolo circa 100 anni e poi, a causa di guerre e distruzioni, lasciarono la chiesa e il convento in consegna al rettore di San Martino.
Nella seconda metà del quindicesimo secolo vennero affrescate le pareti in terra battuta con immagini di Madonne e di Santi. Questi mirabili dipinti rappresentano Santa Lucia, San Biagio, San Francesco, La Madonna delle Rose la Madonna con il Bambino.
Questi dipinti sono attribuiti alla scuola del Boxilio, si presume che la Madonna con Bambino fosse stata eseguita proprio da uno dei due fratelli Boxilio.
Ora conservati e visitabili nella sala del consiglio presso il castello.
Nel 1600 la chiesa subì vari cambiamenti artistici, internamente divenne quasi rinascimentale. In particolare risalgono a quel periodo le lesene, i capitelli interni, il cornicione e gli archi. Vi fu edificato anche un grande altare, dove si venerava la Madonna delle Ghiare, una statua in legno quattrocentesca, di singolare fattura nel suo simbolismo e valore mistico.
Ora la statua della Madonna delle Ghiaie si trova nella sala del sindaco.
LE TRUNERE
Le trunere edificate interamente con la particolare terra di questa piana argillosa, sono le case tipiche della campagna pozzolese. Per secoli sono state una presenza peculiare nell’orizzonte della Frascheta.
La casa pozzolese nasce dalla terra della frascheta e, proprio dalla terra, prende il profumo e il colore: rosso, giallo Siena oppure ocra.
Questa particolare argilla possiede proprietà fisico-chimiche che le conferiscono una notevole resistenza ed una forte coibentazione termica. La terra, scavata dai campi, in autunno, veniva impastata con acqua, e in primavera, versata in casseforme; le fondamenta erano costruite da basamenti di ciottoli cementati con una fanghiglia ottenuta dalla stessa terra setacciata e bagnata. Ad ogni “gettata”, l’impasto veniva pestato con mazze per espellere la maggior parte dell’acqua.
I muri andavano assottigliandosi progressivamente verso l’alto di una decina di centimetri. Le volte gettate, man mano che la costruzione saliva, venivano armate con tronchi di acacia. Il tetto era in coppia, sorretto da travi e capriate in legno.
Per le rifiniture, tramezze, spondine e pilastri, venivano utilizzati in mattoni crudi.
La distribuzione dei vani era molto primitiva: da una parte i locali civili, al di là dell’aia le pertinenze rurali.
Grande importanza assume la corte, in fondo alla quale, di fronte alla casa, vini verificato un portico isolato, la cui parte inferiore era occupata dal forno e la superiore dalla legnaia.
Il ciclo di costruzione di una casa durava circa otto mesi e la tecnica costruttiva rimase invariata sino al dopoguerra.
FRAZIONE BETTOLE
Il 3 agosto 1886 il consiglio comunale di Pozzolo è chiamato a discutere la richiesta degli abitanti di Bettole di cambiare giurisdizione staccando la frazione dal territorio di Villalvernia. Tale richiesta decade per la mancata approvazione della giunta Provinciale Amministrativa.
Questa nasceva dalla necessità di attraversare il torrente Scrivia, dividente Bettole da Villalvernia e che, a causa del imponente portata d’acqua e della mancanza di un ponte, non permetteva un agevole accesso ai servizi primari.
Sino agli inizi degli anni ’50 si attraversava il fiume grazie a una barca che faceva spola da una sponda all’altra. Questo però era possibile soltanto in alcuni periodi dell’anno. Il 21 marzo 1953, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi firmò il decreto in cui si dispose il passaggio della frazione di Bettole dal Comune di Villalvernia a quello di Pozzolo.
L’importante chiesa di San Marcello è il fiore all’occhiello della comunità devota. In questa chiesa, davanti al quadro della Madonna di Pompei, San Luigi Orione chiese una grazia particolare per la sua Opera. A compimento della Grazia il Santo donò alla Vergine Maria un cuore in argento che possiamo ammirare nella cappella dedicata alla Vergine di Pompei.